La Strada Statale 115 “Sud Occidentale Sicula” rappresenta un tassello fondamentale della viabilità regionale costituendo l’unica via a scorrimento veloce lungo la costa meridionale della Sicilia, da Castelvetrano a Gela. Nonostante rivesta un ruolo di importanza strategica riconosciuto anche a livello europeo, essa presenta caratteristiche funzionali e prestazionali assai disomogenee con numerose situazioni di decadimento della qualità della circolazione, specialmente in corrispondenza dei maggiori centri urbani attraversati.
L’intervento si prefigge il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
* la riorganizzazione del traffico di attraversamento esterno del “nodo” di Agrigento e la risoluzione di una delle principali criticità dell’itinerario SS 115 Gela – Agrigento – Castelvetrano;
* l’ottimizzazione della connessione tra le principali viabilità che confluiscono nell’intorno di Agrigento: SS115-SS640-SS189-SS118-SS122) tramite opportuni nodi di interconnessione che ne definiscono una nuova e riorganizzata maglia viaria;
* il miglioramento dell’accessibilità della fascia costiera e delle eccellenze archeologiche ed ambientali;
* il miglioramento dei collegamenti tra i centri urbani ed i poli sanitari ed amministrativi provinciali (ospedale, tribunale, mercato), con evidenti ricadute positive sul sistema della salute pubblica e della qualità dei servizi;
* la riduzione dell’inquinamento atmosferico e del rumore, dal momento che la nuova infrastruttura in progetto contribuirà a decongestionare le aree urbane costiere, deviando il traffico su percorsi più interni lungo i quali la densità abitativa è molto bassa. In sintesi, l’asse stradale in variante è pensato come “elemento strategico” in un’ottica di integrazione con l’area del capoluogo Agrigentino e con la Regione tutta e di miglioramento delle condizioni di traffico e ambientali del sistema territoriale interessato.
Le tre soluzioni alternative sono fondate sulla medesima concezione progettuale che prevede la realizzazione di un nuovo collegamento stradale, in variante all’attuale Strada Statale 115 “Sud Occidentale Sicula” e tangenziale all’abitato di Agrigento.
Prevede la realizzazione di un nuovo tracciato di circa 36,4 km, tutto in variante all’attuale SS115 e con una sezione a doppia carreggiata e due corsie per senso di marcia e di una nuova bretella di circa 8 km che collega la nuova tangenziale con la via storica (SS115) fra gli abitati di Siculiana e Realmonte. La bretella è prevista a singola carreggiata con una corsia per senso di marcia.
Corografia Generale Alternativa 1 – Dettaglio
Prevede la riqualificazione del tratto di statale 115 esistente fra Montallegro e Siculiana con caratteristiche proprie di una strada a singola carreggiata a una corsia per senso di marcia e la realizzazione del tratto in variante alla statale 115 di sviluppo ridotto rispetto all’alternativa 1 e pari a 27,2 km, ma con una medesima sezione composta da due carreggiate a due corsie per senso di marcia.
Corografia Generale Alternativa 2B – Dettaglio
Si compone di un primo tratto che oltre a recuperare l’attuale sedime della SS115 sino alle porte di Siculiana, crea una variante planimetrica dello sviluppo di circa 3,2 km, allo scopo di mantenersi all’esterno dell’area edificata di Siculiana e di un secondo tratto che, analogamente alle altre alternative, realizza la vera e propria Tangenziale di Agrigento con una strada a due corsie per senso di marcia e lo sviluppo di 26,8 km.
Corografia Generale Alternativa 2 – Dettaglio
L’iter approvativo del progetto prevede diversi passaggi autorizzativi, nel corso dei quali il progetto dovrà confrontarsi con la pianificazione e programmazione ai vari livelli: regionale, provinciale, intercomunale e comunale.
Viste le dimensioni dell’opera, il suo costo e la sua importanza, è stato attivato il Dibattito Pubblico nel corso del quale, verranno ascoltate le istanze del territorio, gli eventuali suggerimenti e si darà risposta alle domande che verranno poste. Alla fine del Dibattito, ne verranno esaminati i risultati anche allo scopo di migliorare il progetto, finalizzando il Progetto di Fattibilità Tecnica Economica (PFTE).
Il PFTE verrà sottoposto al vaglio del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per ottenere il parere obbligatorio previsto dall’art. 215 del DLgs 50/2016 (codice dei contratti pubblici).
Quindi si svolgerà la Conferenza di Servizi Preliminare prevista dall’art. 27 del codice dei contratti e svolta ai sensi dell’art. 14 e seguenti della Legge 241/90 (norme in materia di procedimento amministrativo) dove gli enti territoriali e i gestori di interferenze (linee elettriche, telefoniche, idriche ecc.) sono obbligati a pronunciarsi sulla localizzazione e sul tracciato dell’opera e ad esprimere le condizioni per ottenere le necessarie autorizzazioni o altri atti di assenso per la successiva approvazione del Progetto Definitivo (PD).
Contestualmente saranno avviate le procedure approvative che vedono coinvolti Enti e Autorità a livello: nazionale e locale. Dovrà infatti essere espletata la procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico prevista dall’art. 25 del codice dei contratti pubblici, inviando uno studio specifico al soprintendente territorialmente competente.
Il PD verrà sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) presso il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) e del Ministero della Cultura (MiC) secondo le regole stabilite dagli artt. 23 e seguenti del DLgs 152/2006 (Norme in materia ambientale) e verranno comunicati ai ministeri gli esiti del Dibattito Pubblico.
Ottenuti i pareri necessari si svolgerà la Conferenza di Servizi Decisoria che localizzerà l’opera ai sensi del D.P.R. 383/1994 (Regolamento recante disciplina dei procedimenti di localizzazione delle opere di interesse statale) perfezionando l’intesa Stato-Regione.
La localizzazione di un’opera consiste nella verifica o adeguamento della destinazione urbanistica delle aree (qualora i piani regolatori dei comuni interessati non prevedano la realizzazione della strada, devono procedere alla variante urbanistica) e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio ai sensi del D.P.R. 327/2001 (Testo unico per espropriazione per pubblica utilità).
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